La reliquia di San Rocco dalla Chiesa Patriarcale di Roma sarà a Montelongo accompagnata dal Procuratore delle Insigne Reliquie Fratel Costantino De Bellis. (CB) Giungerà il 10 Agosto nella Chiesa di San Rocco dove rimarrà fino al 18 Agosto. «La comunità di Montelongo è lieta di accogliere tutti i fedeli a rendere omaggio a San Rocco. Dal 10 al 17 Agosto ci saranno diverse celebrazioni che animeranno la comunità parrocchiale»
1. Viene posta questa Terra sopra un Monte di aria perfetta, che è alquanto lungo, e forsi da ciò prese il suo nome, e al didentro non ha, che una sola strada, che si appella Via Reggia, essendo le Case disposte di qua, e di là, le quali nella fabbrica, non sono disprezzevoli, e mediocremente comode, e vi è anche il Palazzo Baronale : tutta è circondata da muraglie con sue porte, sopra due delle quali sono due Torri, una ad Occidente, e l'altra a Settentrione: attaccato all'abitato dalla parte di Occidente vi è un Borgo, il quale è stato edificato da quaranta anni in qua.
2. La sua origine a noi è totalmente ignota, ma non la supponiamo primi del Secolo IX. o X. in circa ; imperciocché le sue fabbriche, non dimostrano diversamente, e per
avventura colla distruzione di Gerione, o di Larino. Tra le Scritture vediamo notato questo luogo nel Catalogo de' Feudatarj di Capitanata sotto Guglielmo il Buono, che regnava
nel Secolo XII. stampato dal Borello, come più volte si è detto, pag.151. Dominus Cervasius fìlius Maynerii tenet Civitellatam, & Montem longum, quod est Feudum unius
Militis. Non si nomina nella sentenza del Cardinal Lombardo, come si tralasciano molti altri luoghi, e nelle Bolle di Lucio III. e d'Innocenzo
IV. pubblicate la prima nel Secolo XII. e l'altra nel Secolo XIII. tra i luoghi, che compongono la Diocesi Larinate si legge, Monte longo.
3. Fu posseduta questa Terra per le notizie, che abbiamo dal suddetto Gervasio figlio di Mainerio. Nel 1415. era in dominio di Alfonzo
di Rago, o sia di Ragone di Napoli. Nel 1579. era posseduta dalla Famiglia de Corradis di Lucera di Puglia. Passò appresso in Casa
Castelletti col titolo di Marchesato unito con quello di Montorio, e nella situazione del Regno del 1669. tra' Baroni, e Feudatarj di Capitanata sta scritto : Ill.
D. Pietro Castelletti Marchese di Motorio per la Terra di Montelongo & c. per la giurisdizione delle seconde cause di detta Terra di Montelongo & c. per la
Bagliva di quella & c. Al presente si possiede, come si è detto nel precedente cap.12. num.4. dal Signor D. Giueeppe Cevagrimaldi, come figlio, ed Erede della Signora
D. Sinforosa Mastrogiudice, ultima del ramo di questa chiarissima Famiglia, restatone altro ramo, che si rappresenta dal Signor D. Gerardo Mastrogiudice, uno de'
principali Patrizi di Sorrento, Cavaliere molto saggio, il quale ora tiene l'amministrazione di Montelongo, per soddisfarsi di alcuni crediti sopra l'Eredità di detta Casa
Mastrogiudice del detto ramo di Montorio.
4. Quanto agli Abitatori, vogliono , che siano di origine Schiavoni, e attualmente si appellano i Schiavoni di Montelongo : quando poi s'introducessero i Schiavoni in questo
luogo, a noi è ignoto : suppongono, che ciò avvenisse nel tempo medesimo, che dalla Dalmazia s'introdussero nella Terra della Palata, che sta posta in Diocesi di Guardia Alfiera, e per le
notizie, da noi ricercate, i Schiavoni furono introdotti in questa Terra a tempo di Carlo V. e persone della Palata in comprova di quella loro origine ci hanno trasmesso la
seguente Iscrizione copiata dall'Arco maggiore della Chiesa Matrice, ove sta scritto : Carolus V. Rex Hispaniae Romanorum Imperator Augustus Clemens & c.
Aguire Provincia Cantaliriaa Nobilis Cataneus praedicta Majestatis, & utilis Dominus Castri Palatae fieri fecit in anno 1531. Ed in una lapide posta
nel finestrone sopra la porta di essa Chiesa si legge : Hoc primum Dalmatiae Gentis incoluere Castrum Ac a fundamentis erexere Templum anno 1531. Noi però non c'induciamo a ciò
credere ; posciaché, non abbiamo vestigio né di Rito, né di loro linguaggio, vivendo, come sempre han vissuto in rito latino, e parlano col nostro linguaggio Italiano, quandoché gli
Albanesi, ed Epiroti, che abitano in altre Terre della Diocesi mantengono ancora il loro linguaggio, quantunque si fussero introdotti in esse assai prima, cioè verso il fine del Secolo XV. come
si è detto in parlarsi di Ururi ; ma la fama costante, che gli Abitatori di Montelongo siano Schiavoni di origine ci fa stare in questo dubbiosi, e che forsi prima siano stati del tutto
Italiani, poi distrutti, introdotti li Schiavoni, e che dal di loro principio abbino usato il rito latino, e lasciato il proprio linguaggio, ritenendone qualche parola.
5. Nella numerazione de1 fuochi stampata dal Mazzella nel 1601. si dice Montelongo 38. Nell'altra del 1626. vecchio 38. nuovo 41. In quella del 1669. stampata
dal de Bonis nel 1671. sta notato Montelongo antico 41. nuovo 45. Ora si contano in questa Terra da circa novecento anime.
6. Il Territorio è assai angusto, e insufficiente al proprio bisogno, ma supplisce l'industria degli Abitatori, che non tralasciano condursi dove possono, e vivono comodamente.
Quanto all'Annona, e peculio comune, si governano da' loro Eletti, e Sindaci, e rispetto all'amministrazione della Giustizia vi presiede il proprio Governatore, che
si destina ogn'anno dal Padrone del luogo.
Della Chiesa Matrice.
7. Nel principio del nostro governo fu trovata questa Chiesa a due navi, quasi cadente, picciola, difforme, e mal tenuta; per la qual cosa nella
Visita da Noi fatta il 1.di Luglio dell'anno 1727. ordinassimo, che si rinovasse, e ampliasse. In que' principi non vi s'incontrò poca difficoltà, per parte di chi per altro per ufficio doveva
darvi tutta la mano ; ma poi coll'ajuto del Popolo, e delle Cappelle, e con qualche nostro soccorso il tutto fu eseguito, principiandoci nel medesimo sito da' fondamenti, ampliandosi a tre
navi ; e già si è felicemente terminata di' ordine Toscano. Ella è capace a sufficienza. Vi, è il Coro decentemente posto dietro l'Altar Maggiore, Sagrestia bastevole, e ben formata, e non
manca niente di quanto spetta al decoro di una Chiesa Parrocchiale Matrice, essendovi pure il Cimiterio posto al lato sinistro del Coro dietro l'Altar maggiore nel luogo appunto dove era prima,
non avendo avuto bisogno di rinovarsi, e dall'altro lato vi è il Campanile, ben fornito. Dopo terminata fu da Noi benedetta con tutte le funzioni Ecclesiastiche. a' dì 4. del Mese di Marzo del
1734. con sommo piacere, e allegrezza di quella Gente, e nello stesso tempo vi furono trasferiti i Sa- gramenti, e Sagramentali della Chiesa di S. Rocco, che sta porta fuori delle mura, dove si
erano portati in tempo, che si fabbricava la suddetta.
8. L'Altar maggiore, siccome tutta la Chiesa sta dedicata in onore di S. Maria ad Nives, ed è posto sotto l'Arco maggiore, formato all' uso moderno Romano con suo sfondo. Si dice
essere Juspadronato del Barone della Terra, da cui si presenta l'Arciprete in caso di sua mancanza : oltre all'Altar maggiore, vi è l'Altare del Santissimo Corpo di Cristo, formato anche
alla Romana di stucco: in questa vi è eretta coll'autorità dell'Ordinario una Confraternita sotto lo stesso nome, e quanto alle sue rendite si amministra dal proprio Procuratore, che conferma
l'Ordinario : vi è l'Altare del Santissimo Rosario, formato all'uso moderno Romano di stucco, e vi è eretta una Confraternita sotto lo stesso titolo, parimente coll'autorità dell'Ordinario,
e i suoi beni si amministrano dal proprio Procuratore, che si conferma dall'Ordinario : appresso questo Altare sta posta una Statua di legno della Beatissima Vergine del Rosario per doversi
portare in processione.
9. Nella Chiesa antica vi erano quell'altri Altari, cioè di S. Maria degli Angeli della Famiglia di Giovanni Chiaro : altro della Santissima Annunziata
della Famiglia Molinicchio, e de Lallo : altro della Santissima Immacolata Concezione della Famiglia di Fabricio di Sciarra : finalmente l'Altare di S. Luca, il quale
era nuovo, quando gli altri erano antichi
questi antichi Altari, nella nostra Visita ottava dell'anno 1734. fu fatta la seguente ordinazione, che si legge nel tom.1. di essa Visita pag.117. a terg. Che
nelle due Navi laterali si eriggano di struttura, alla Paolina, come gli altri tre Altari, uno sotto il titolo di S. Maria degli Angeli da un lato coll'Immagine di S. Luca Evangelista dalla parte
di sotto, e dall'altra parte coll'Immagine di S. Carlo Bor romeo, e di S. Filippo Neri. Altro sotto il titolo della Santissima Concezione coll'immagine da un lato del glorioso S. Pardo, e
dall'altro di S. Leo, i sagri Corpi de' quali, il primo si venera nella Cattedrale di Larino, il secondo nella Chiesa Colleggiata della Terra dì S.Martino della medesima Diocesi di Larino :
e 'l terzo sotto ti titolo della Santissima Annunziata.
10. Si venerano in quella Chiesa alcune Sagre Reliquie coll'autentica, che si conservano in una cassetta con cristallo avanti, e sono di S. Concorda Mart., di S. Massimo M., di
S. Onorato M., di S. Diodato M., e di S. Vincenzo M.
11. Viene servita dal suo Arciprete con rendite pingui sopra ogni altro della Diocesi, e il Clero è in poco numero, per non esservi il dritto della partecipazione : le
decime, mortorj, e oblazioni si dividono in quattro porzioni, dedottene le onoranze, cioè la quarta parte a favore della Chiesa, l'altra quarta parte a favore della Mensa Vescovile, e l'altra
metà a favore dell'Arcipretura, e tale è l'uso di questo luogo.
12. Vi è anche in detta Terra lo Spedale per servizio de' poveri, e de' Pellegrini, come pure vi sono due Monti frumentarj nelle due sopraddette Confraternite del Santissimo
Corpo di Cristo, e del Santissimo Rosario ; e l'uno, e l'altro si amministran da' loro Procuratori, che conferma l'Ordinario.
Delle Chiese fuori dell'abitato esistenti, e distrutte.
13. Nell'abitato non vi sono altre Chiese. Fuori di esso ve ne sono due, una in piedi, e l'altra distrutta : la prima sta eretta sotto il
titolo di S. Rocco, posta nel luogo, che si chiama il Piano di Montelongo, distante dalla Terra cinquanta parti in circa: fu edificata l'anno 1657. dopo la peste generale,che afflisse tutto il
nostro Reame, e si eresse da' Paesani rimasti per mettersi sotto la protezione di questo Santo, acciocché in avvenire fussero immuni da tale flagello, pregandone Dio, se altra volta ci volesse
punire con questo gran castigo. Vicino a questa Chiesa sono più stanze superiori, e inferiori per comodo Romitorio. Vi è un Monte frumentario per uso de' Cittadini, e si amministra dal proprio
Procuratore, confermato dal Vescovo Larinese.
14. L'altra Chiesa, che è distrutta, teneva il titolo di S. Maria a Saccione, posta nel Territorio di questa Terra propriamente nel luogo detto Saccione, Onde essa ebbe un tal
nome, quale non è altro, che un certo Vallone, che comincia sotto Montorio, e l'acqua, che corre per esso, scorre per il Territorio di Loritello, e per quello di S. Martino, dove si stende molto,
in modo, che per altre acque, clic vi entrano di più fiumicelli, cresce in bastante fiume, che scorre per i confini della Chiesa di S. Antonio a Reale, va nel Feudo di Ramitello del Monistero di
Tremiti, e finalmente sbocca nel Mare Adriatico, come in questo lib.4. cap.4. num.22.
15. Le vertigia di quella Chiesa si vedono in detto luogo, chiamato lo Saccione, o sia detto lo Staccione, ed è la stessa, che leggiamo conceduta l'anno 1115. da
Gerardo Abate di Montecasino per uso del Vestiario del Monistero : la carta di quesa concessione si conserva nel l'Archivio di detto Monistero, e si riporta dal P.
Gattola nella Storia Cassinese Sec. V. che comincia dall'anno 900. all'anno 1000. num.7. pag. 134. ed è tale : Cum ex Apostolica auctoritate constet, omne datum optimum, &
omne donum perfectum a Summo, atque gloriosissimo Deo Patre, videlicet : Luminum descendere juste, & merito quidquid religiose, ac pie faciendum nobis in mentem venit divinitus id esse
concessum constantissime profitemur; ideoque Ego GerardusDei Gratia Cassinensis Monasterii Abbas communi Fratrum nostrorum utilitati prospiciens, liberalitatem
hanc, qua inferius continetur eis largiendam, & perpetuam habendam decrevi Ex rogatu igitur Fratris Senioreti Decani, & totius Congregationis, ad usum, & sumptum Fratrum tradidi,
atque concessi eis in Vestiario corum, idest Ecclesìam S. Mariae in Casale plano de Saccione, quae sita est in Larinensi Episcopatu cum universis ad eam pertinentibus tam in hominibus, quam in
Terris cultis, & incultis, cessis, vineis, sylvis, & cum omnibus diximus ejus pertinentis, tam in mobilibus rebus, quam in immobilibus & c.
16. L'espressione di questa concezione fa vedere l'ampiezza de' beni di questa Chiesa di S. Maria di Casalpiano in Saccione: presentemente si posseggono dal Barone di Montelongo,
nel di cui Territorio si trova situata, e per quel, che costa da alcuni documenti dell'Archivio di questo Episcopio Larinese i Baroni di detto luogo la pretendono di loro Juspadronato, e fin
dall'anno 1579. Alessandro de Corradis di Lucera, che n'era Barone esibì li medesimi a tal'effetto in Curia Vescovile, e in oggi il Possessore del Feudo paga alla Mensa Vescovile
il Cattedratico di quattro carlini all'anno, che si esigge per mezzo dell'Arciprete, e non si fa, come detti Beni si ritengano dal Barone. Di essa si fa menzione in molte Scritture della Diocesi,
e tra quelli, che non intervennero al Sinodo celebrato da Monsignor Gregorio Pomodoro nell'anno 1620. e che furono puniti, come contumaci si nota : Beneficiatus S. Maria
de Sacciona Terrae Monteslongi.
Il tuo sito senza pubblicità?
Puoi con JimdoPro e JimdoBusiness!
Questo sito è stato realizzato con Jimdo! Registra il tuo sito gratis su https://it.jimdo.com